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Per l'operatore sanitario

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 Servizio Farmaceutico Regionale 

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Per l'operatore sanitario

Dai bollettini di informazione

Le fonti da cui ricaveremo il materiale proposto sono le riviste che svolgono informazione scientifica indipendente ed in particolare quelle in lingua italiana aderenti all' ISDB (International Society of Drug Bullettins):

Dialogo sui Farmaci: www.dialogosuifarmaci.it
Focus: www.sfm.univr.it/it/focus.htm
Informazione sui Farmaci: www.informazionisuifarmaci.it
Ricerca & Pratica: www.ricercaepratica.it

Cos'è una vera novità terapeutica?

Il documento elaborato dall'ISDB offre uno spunto per riflettere su cosa si intenda per novità terapeutica.
Il termine "innovazione" può avere tre diversi significati:
  • commerciale innovazione è ogni farmaco "me too", ogni nuova sostanza, nuova indicazione, nuova formulazione e nuovo metodo di trattamento di recente commercializzazione.
  • tecnologica ogni innovazione industriale: impiego di biotecnologie; introduzione di nuovi metodi di rilascio del principio attivo (cerotti, spray, ecc.) o la selezione di un isomero o di un metabolita;
  • clinica secondo cui un nuovo trattamento è innovativo quando offre al paziente benefici maggiori rispetto alle opzioni precedentemente disponibili.
Sono soprattutto i medici e i farmacisti ad avere un ruolo chiave nell'accertare il valore reale di un nuovo trattamento farmacologico e nel decidere di prescriverlo o di dispensarlo. Occorre tuttavia che le loro competenze individuali siano supportate da informazioni indipendenti. I pazienti e cittadini confidano che questi professionisti compiano sempre la scelta migliore nel loro interesse. [Testo integrale del ISDB]

Dopo i medici, ora anche i cittadini

In ambito europeo sta prendendo sempre più corpo l'idea che anche le ditte farmaceutiche possano produrre informazioni sui farmaci per i pazienti.
L'industria farmaceutica non può essere una fonte di informazioni affidabile e sicura: pensare che questa possa essere vera informazione è ingenuo e confondere propaganda con informazione un errore. Al contrario, sarebbe invece necessario limitare l'influenza dell'industria sia sui pazienti che sui medici, migliorando l'utilizzo dei farmaci con informazioni attendibili, indipendenti e comparative in modo da mettere i pazienti, e i cittadini in generale, nelle condizioni di fare scelte consapevoli.
[IsF 2007, n.1]

Per un ulteriore approfondimento si rimanda ai documenti dell'ISDB tradotti in italiano dalla redazione di dialogo sui farmaci.
[DsF 2007 n.3 e DsF 2007 n.4]

Chi ci tutela sulla sicurezza dei farmaci?

Qualche mese fa, dopo che gli scandali legati alla vicenda dei Coxib ne avevano minato la credibilità,la Food and Drug Administration (FDA), agenzia regolatoria americana, chiese il supporto del prestigioso Institute of Medicine della National Academy of Sciences, per avere suggerimenti per migliorare il proprio sistema sul monitoraggio della sicurezza dei farmaci. Le conclusioni dell'Institute of Medicine sono state rese pubbliche, e su queste si è aperta una discussione sulle riviste scientifiche....
Leggi tutto l'aricolo [R&P 2007; 23: 53-56]

Il NICE e le nuove linee-guida per l'ipertensione

Il NICE, con la British Hypertension Society (BHS), ha avviato una revisione anticipata delle linee-guida per l'ipertensione arteriosa dell'agosto 2004, in virtù dei nuovi dati raccolti dallo studio ASCOT. Le linee-guida finali, pubblicate il 28 giugno 2006 non raccomandano più i betabloccanti come farmaci di prima e di seconda scelta nella terapia farmacologica essenziale, e li indicano come prima scelta solo in specifiche categorie di ipertesi; inoltre introducono un nuovo criterio di scelta in base all'età, ponendo il cut-off a 55 anni, e propongono di sostituire con i sartani gli ACEinibitori quando non tollerati dal paziente.
Leggi tutto l'aricolo [R&P 2007, n.1]

Una statina al giorno...

Le linee-guida (LG) del National Cholesterol Education Program (NCEP) statunitense andrebbero riviste, si legge sulle pagine del Lancet. A lanciare il sassolino nello stagno, sono stati John Abramson della Harvard Medical School e Jim Wright della University of British Columbia secondo i quali non vi sono evidenze a sufficienza per sostenere l'impiego delle statine in prevenzione primaria nelle donne di qualsiasi età e negli over 65. Cosa pensare del commento di Abramson e Wright? La prescrizione a tappeto di statine non comporterebbe delle ristrettezze economiche in altri ambiti terapeutici? Come indirizzare la scelta del paziente riguardo il suo stile di vita e l'assunzione di medicinali? Rispondono un cardiologo, un epidemiologo clinico e un economista.
Leggi tutto l'articolo [R&P 2007, n.4]

NO GRAZIE PAGO IO! Promozione di farmaci e medici in formazione

È dimostrato che l'informazione sui farmaci fornita ai medici dall'industria farmaceutica è il più delle volte inattendibile e fuorviante, volta non ad una informazione scientifica, ma alla promozione commerciale. Abbiamo pertanto voluto verificare la capacità informativa (e disinformativa) di un testo promozionale di un'industria farmaceutica su un gruppo di medici e la percezione dei messaggi da parte di questi ultimi; in altre parole volevamo vedere "che cosa resta in mente" dopo la lettura.
Leggi tutto l'articolo [R&P 2007, n.5]

Glitazoni e sicurezza nel diabete: una storia già vista

A sei anni dalla commercializzazione sono disponibili diversi dati sulla sicurezza dei glitazoni. In particolare dopo la pubblicazione delle metanalisi sul rosiglitazone è seguito un acceso dibattito sull'opportunità di continuare o meno ad utilizzarli. Le agenzie regolatorie non sono tutte concordi nell'assumere una posizione univoca e nel dare il giusto peso ai dati più recenti. Come si fa ad affermare che in base alle conoscenze attuali che il loro profilo/beneficio rimane favorevole? L'episodio dei glitazoni sembra essere l'ultimo di una stagione inaugurata dai COXIB.
Leggi un estratto dell'articolo [IsF 2007, n.5]

Gli antipsicotici sono sicuri nella demenza?

Dopo la diffusione delle varie raccomandazioni da parte delle autorità regolatorie, sono stati pubblicati nuovi dati sulla sicurezza degli antipsicotici nella demenza.
Poichè l'incidenza di eventi cerebrovascolari risulta più che raddoppiata nei pazienti con demenza in trattamento con qualunque antipsicotico atipico, è probabile che si tratti di un effetto di classe, anche se questa possibilità necessita di conferma. I risultati degli studi osservazionali propendono fortemente a favore di un incremento simile del rischio anche con gli antipsicotici tradizionali. Se si ritiene opportuno utilizzare un antipsicotico, la terapia deve essere individualizzata, iniziando con una dose bassa, dopo averne discusso con il care-giver. Il paziente deve essere rivalutato ad intervalli regolari, con l'obiettivo di sospendere gradualmente il trattamento se non si sono manifestati disturbi comportamentali e psichiatrici significativi per almeno 3 mesi.
Leggi un estratto dell'articolo [IsF 2007, n.6]


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